David Lankes: Biblioteche di comunità in Corea del Sud
Pubblichiamo con piacere la traduzione dell’articolo di David Lankes “Exploring the innovative Community Libraries of Korea” grazie all’autorizzazione dello stesso autore che ringraziamo nuovamente. L’articolo originale in lingua inglese è del 12 gennaio 2023 e rintracciabile su www.publicherweekly.com.
Biblioteche di comunità in Corea del Sud
Lo sguardo di David Lankes su realtà innovative e stimolanti
Di recente ho avuto il privilegio di parlare al 77° anniversario della Biblioteca nazionale coreana. Nel mio discorso, ho sostenuto che non c’è un futuro per le biblioteche, bensì ci sono molti diversi futuri, futuri diversi come diverse sono le comunità a servizio delle quali si progettano le biblioteche. E in questi futuri, i bibliotecari plasmano le loro biblioteche attorno a queste comunità uniche, diverse per dati demografici, bisogni, possibilità e contesti.
In alcuni luoghi le biblioteche saranno giardini o ludoteche o palazzi di libri. In tutti i luoghi, le comunità devono essere veramente comproprietarie delle biblioteche, con i bibliotecari che fungono da elemento di connessione tra le comunità, parte di una vivace rete di apprendimento tra pari che condivide costantemente idee e le adatta al meglio per le specifiche esigenze locali.
Sono arrivato a questa conclusione in anni di lavoro con bibliotecari di tutto il mondo: un makerspace (“atelier, laboratorio”) in un piccolo quartiere della città di New York; una rete di banchi alimentari in Canada; studi di registrazione con strumenti musicali nei Paesi Bassi; risorse documentarie trasportate a remote tribù del Kenya a dorso di cammello; un simbolo di oppressione trasformato in un tempio del popolo durante la “primavera araba”in Egitto. Sono tutte biblioteche, tutte radicalmente diverse, ma tutte legate da una missione comune.
Nel corso del mio viaggio in Corea del Sud, ho avuto il piacere di visitare una miriade di innovative biblioteche di comunità. E quello che ho scoperto è che queste comunità hanno costruito esattamente le biblioteche che sto raccomandando: centrate sulla comunità, capacitanti, migliorative.
Prendiamo, ad esempio, la Biblioteca di quartiere di Gusan-dong, creata dall’azione sociale dei cittadini. I membri della comunità (molti dei quali madri single) hanno presentato una petizione alle autorità locali per creare questa biblioteca. I cittadini della zona hanno poi creato la propria “scuola di biblioteconomia” per progettare la biblioteca attraverso incontri, conferenze di relatori esterni, letture condivise. La biblioteca stessa è stata realizzata in edifici preesistenti non più alti né più grandiosi delle abitazioni circostanti, e conserva l’impronta delle case originali, anche se oggi offre di tutto, da opere auto pubblicate a una governance collettiva. Una vasta collezione di fumetti, disdegnati da molte biblioteche pubbliche classiche, è una raccolta fondamentale per i bambini della comunità.
Sono stato anche colpito dalla Biblioteca TT (Tween-Teen) Island. Come suggerisce il nome, è una biblioteca per adolescenti (teen) e pre-adolescenti (tween), finanziata dalla Fondazione privata SeeArt. La biblioteca, sviluppatasi grazie a un programma per costruire spazi per adolescenti in biblioteche già esistenti, è un laboratorio vivente per adolescenti, nel quale migliaia di bambini e adolescenti del territorio hanno accesso ai propri atelier – non sono ammessi adulti. Qui i giovani possono suonare strumenti musicali, creare, costruire, utilizzare utensili elettrici o registrare video TikTok in una sala danza. E al centro dell’edificio c’è una cucina dove famiglie e amici possono preparare e condividere i pasti.
Mentre visitavo l’edificio con il personale (che indossava jeans e felpe con cappuccio), una ragazzina di circa 11 anni ci ha raggiunti e ha abbracciato le gambe del direttore della biblioteca. Il direttore ha sorriso, ha chiamato la ragazzina per nome e ricambiato l’abbraccio. Questo è un posto sicuro da esplorare per i giovani, gestito da bibliotecari che non si propongono come distaccati professionisti dell’informazione, ma come fidi alleati: bibliotecari e adolescenti costruiscono insieme una cultura di rispetto reciproco. Un rispetto che prevede di lasciare che gli adolescenti sviluppino da soli le linee guida della biblioteca. In questo luogo l’unica “formazione” è educazione fra pari, fatta dai giovani per i propri coetanei.
C’è poi la Biblioteca Neutinamu, una biblioteca realizzata direttamente dai cittadini del luogo, finanziata non dalle tasse ma dai contributi diretti dei suoi sostenitori. Mentre entravo in biblioteca, quattro volontari adolescenti stavano sfogliando i giornali, raccogliendo in grandi classificatori gli articoli su argomenti importanti per la comunità, come il cambiamento climatico e la democrazia –un servizio di selezione che appartiene ed è gestito dalla comunità, per la comunità. Tutti gli scaffali del primo piano della biblioteca sono su ruote così da rendere flessibile lo spazio per ospitare conferenze serali, spettacoli e dibattiti della comunità. Nel seminterrato sono esposte immagini, volantini, notizie e altri materiali che raccontano la storia della comunità di Neutinamu.
Nei sobborghi di Seul ho visitato la Biblioteca Mapo, una struttura di sei piani dove gli ultimi due sono dedicati all’educazione artistica. Ogni giorno, i bambini delle scuole medie come parte delle loro lezioni curricolari vengono in biblioteca per imparare musica, ceramica, illustrazione, danza e altro ancora, il tutto guidato da esperti proposti dalla biblioteca. C’è anche una cucina per ospitare pasti comunitari condivisi. La biblioteca è stata creata grazie a una visione potente di come le biblioteche siano parte integrante dell’istruzione nelle scuole e oltre. Nel corso del mio lavoro non avevo mai visto un’integrazione così vera e forte di apprendimento formale e informale.
Oltre a Mapo, in Corea ho incontrato altre esperienze guidate dalla comunità nelle quali si uniscono l’apprendimento e le biblioteche. Nelle campagne vicino a Suncheon ho visitato una comunità che ha costruito una scuola alternativa per sfuggire all’ambiente competitivo e ad alta pressione del sistema scolastico pubblico. Ogni mattina, gli studenti e gli insegnanti camminano dalla riva del mare attraverso i campi fino alla scuola che si trova in collina, un rito che prepara tutti ad apprendere e apprezzare la ricchezza del mondo e il ruolo che vi svolgono.
Durante la mia visita ho osservato molti altri gesti rituali che preparavano gli utenti della biblioteca a impegnarsi mentalmente e fisicamente per la comunità e per le collezioni e i servizi della biblioteca: per esempio, lavarsi le mani nella Biblioteca Suncheon Miracle; gli spettacoli di marionette alla Picture Library (“Biblioteca di immagini”), che propone mostre artistiche alla comunità, una vasta collezione di libri illustrati e una biblioteca di ricerca sull’illustrazione; togliersi le scarpe alla Biblioteca Manbaldongmu (“Piede nudo”), per ricordare ai bambini di giocare nei ruscelli delle vicinanze.
La maggior parte del mio viaggio è stata organizzata da Young-Sook “Soy” Park. Bibliotecaria autodidatta, Soy ha visto la necessità per gli emarginati di avere luoghi dove riunirsi e imparare, quindi ha creato una biblioteca in un seminterrato. Ben accolta dalla comunità e finanziata da donazioni, questa biblioteca ora occupa un intero edificio, che comprende collezioni, archivi della comunità, una cucina e un giardino. L’edificio è pieno di persone della zona che donano il loro tempo e le loro competenze per migliorare la loro comunità. Soy ospita anche – con stage retribuiti – studenti di biblioteconomia, soprannominati “pre-bibliotecari”, che si preparano ad adottare l’approccio di biblioteca di comunità in altri villaggi, città, università e scuole in tutta la Corea.
Oltre a una biblioteca, Soy ha creato anche una sorta di scuola per le biblioteche di comunità. I creatori della Biblioteca TT Island e della Biblioteca Manbaldongmu hanno trascorso mesi lavorando insieme in questa scuola, pensando insieme e pianificando la realizzazione di nuove biblioteche. Il mio viaggio attraverso la Corea è servito in parte per scattare un’istantanea di ciò che hanno costruito, una rete di bibliotecari che vogliono costruire biblioteche uniche per le loro comunità, sia in scintillanti nuovi edifici moderni sia in stanze piene di mobili riciclati donati dalle persone. Biblioteche spesso gestite da “bibliotecari guerriglieri” e sostenute da una rete fondata sulla reciprocità e formata da insegnanti, filantropi, studiosi e adolescenti attivisti. È una visione che ora sta influenzando le biblioteche tradizionali di città come Seul e Busan.
Potrei continuare, ma dovreste vederle di persona. Se ne avete la possibilità, andate in Corea del Sud e visitate voi stessi queste biblioteche. Vi assicuro che vorrete riportare le loro idee nella vostra comunità. È necessario un avvertimento: queste biblioteche non possono essere replicate. Ciò che le fa funzionare è che sono tutte uniche, costruite su misura delle loro comunità. Ma l’inventiva geniale di Soy Park, della FondazioneSeeArt e della Biblioteca Manbaldongmu è qualcosa che tutti i bibliotecari possono comprendere e accogliere: affinché le biblioteche adempiano alla loro missione, devono essere intimamente plasmate dalle loro comunità.
L’autore
R. David Lankes è docente di Biblioteconomia presso la Information School dell’Università del Texas ad Austin, sovvenzionata dalla donazione Virginia & Charles Bowden ed è uno dei più noti sostenitori delle biblioteche e del loro ruolo nella società.
Foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay