Novità e continuità nell’incontro di Bologna (giugno 2017)

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Giugno 2017: si rinnovano gli incontri dei Laboratori Bibliosociali con una proposta di lavoro in continuità con il passato e con alcuni elementi di sperimentazione e innovazione.

Continuiamo a mescolare sguardi…

Dopo quasi 4 anni di lavoro continuano gli spazi di ricerca sulla funzione sociale delle biblioteche. Lo facciamo attraverso incontri tra professionisti appartenenti a vari background formativi e professionali, provenienti da varie realtà sia geografiche sia organizzative, con varie sperimentazioni in atto per valorizzare la funzione rigenerante delle comunità tramite le biblioteche.

 

Perché continuiamo

Il tema dell’incontro tra mondi diversi sta alla base di questo percorso: viviamo infatti in un momento storico dove lo scambio, gli sconfinamenti e le contaminazioni appaiono elementi non solo preziosi, ma osiamo dire indispensabili, per interpretare una realtà complessa, in costante trasformazione e alle prese con sfide e problemi inediti. Per affrontare questo scenario occorrono rinnovate lenti per guardare il mondo e queste nascono solo dalla possibilità di generare visioni spiazzanti, inusuali, creative, perspicaci che possono darsi all’interno di spazi e occasioni dove prevale la molteplicità di sguardi, esperienze, appartenenze.

Come continuiamo

Lo facciamo nella piena convinzione che sia necessario costruire contesti che permettano di pensare e di ripensare il proprio quotidiano, i problemi e le ipotesi necessarie ad approcciarli. Una pensosità tanto invocata quanto elusa, che va ogni volta facilitata o addirittura forzata uscendo dalle routine del fare, dell’agire lungo binari ben codificati e oliati ma purtroppo poco efficaci.

Pensiero che è frutto di confronti e rielaborazioni che partono dall’esperienza diretta dei partecipanti, che hanno radici sui territori, che portano la loro energia vitale dal basso, dalla pratica continua di incontro con la realtà.

In questo pensare diviene fondamentale il legame con la scrittura rappresentata dalla rivista Animazione Sociale che accompagna fin dall’inizio questa esperienza attraverso la stesura di articoli e l’organizzazione di momenti pubblici quali tappe di elaborazione sempre più profonde e consapevoli.

 

Le peculiarità dell’incontro bolognese

L’intervento esperto

Abbiamo confermato in questi appuntamenti la presenza di un relatore che offra un punto di vista altro rispetto al tema affrontato, partendo da presupposti solo apparentemente lontani dal mondo delle biblioteche. In quest’ultimo caso abbiamo chiesto a una antropologa applicata, la Dott.ssa Giovanna Guerzoni dell’Università di Bologna, di stimolare il dibattito attraverso un contributo.

La cadenza

Rispetto al passato, stiamo aggiungendo nuovi elementi alle proposte dei Laboratori, consolidati in due incontri annuali a inizio e metà anno per dare maggiore continuità al percorso.

Il luogo e le atmosfere

La proposta è di incontrarsi all’interno di un laboratorio che sia anche fisicamente ricco di spunti, in uno spazio nel quale concretamente si lavori tutti i giorni alla funzione sociale delle biblioteche, dove sia possibile respirare la fatica, le intuizioni e il rigenerarsi della società. A giugno è stata Salaborsa di Bologna il teatro di questo esperimento, con visita guidata ad un luogo estremamente stimolante e innovativo nello scenario italiano.

Quindi un incontro non solo di persone ma anche di atmosfere, fisicità, spazi che parlano di come le biblioteche oggi stanno evolvendo, interrogandosi, trasformandosi in un movimento complesso.

L’importanza dell’informalità

Altro elemento di novità è stata la prospettiva temporale dell’incontro sviluppato su due giornate invece che una sola, quindi aprendo a spazi di informalità nel gruppo di lavoro, per generare occasioni di rielaborazione e di creazione di legami di fiducia, moltiplicare le possibilità di narrazione e rinarrazione delle esperienze nei momenti conviviali e nelle passeggiate tra le vie della città.

Il focus: l’identità professionale

Come sempre, il focus su cui concentrare l’attenzione e i ragionamenti è consistito in un tema preciso di lavoro, in questo ultimo caso abbiamo lavorato sull’identità professionale, un tema ricorrente negli incontri precedenti, che possiamo dire trasversale a tutte le professioni e che tratteremo più nel dettaglio in un successivo contributo.

Un confronto sul metodo

Infine un’ulteriore novità: un momento di lavoro a partire da un caso portato dai partecipanti, una situazione concreta vissuta sul campo che interroga la funzione sociale delle biblioteche, mette in crisi alcuni aspetti operativi e richiede lo sforzo di allargare la visuale per generare nuove piste operative e soprattutto nuove domande sulle quali interrogarsi.

 

Aprirsi alle opportunità

Come nei precedenti appuntamenti il gruppo si è ritrovato composto in modo eterogeneo con appartenenze legate al mondo biblioteconomico, psicologico, educativo, dirigenziale, politico, sanitario. Ha proposto nuove visioni del mondo dei servizi, del sociale, delle dimensioni culturali e politiche rilanciando rinnovate rappresentazioni e significati delle esperienze in corso, rigenerando fiducia e motivazioni ad approcciare vecchi e nuovi problemi, aprendo a possibili collaborazioni, approfondimenti e momenti pubblici sui territori, a rielaborazioni scritte sul blog e sulla rivista.

Questi possibili sviluppi non vanno considerati elementi minoritari e “lussuosi” del lavoro. Anzi, emerge sempre più consapevole la necessità di cogliere tali opportunità e renderle strutturali, periodiche e parte integrante dell’attività di ogni professionista che si confronta oggi con la complessità del mondo e delle relazioni umane e sociali.

 

 

 

 

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Comments
  • Loredana Pilati
    Rispondi

    Ciao. Avevo promesso un commento, ed eccolo. L’estate mi ha dato modo di riflettere a lungo su questi temi, tirare un bilancio sulle riflessioni maturate all’interno dei nostri incontri, attraverso gli interventi, i punti di vista alternativi, le ipotesi, i dubbi, le prospettive… idee provenienti da ambiti diversi, da contesti diversi: un po’ come succede nelle nostre “piazze del sapere”, appunto. Mi auguro che il Laboratorio continui nel tempo, che abbia intenzione di procedere nel suo percorso, perché costituisce davvero una delle poche opportunità che abbiamo (parlo da bibliotecaria) per interrogarci sul nostro ruolo, per riflettere sull’inevitabile fase di rinnovamento che le nostre biblioteche stanno attraversando. Oggi non possiamo più pensare alla biblioteca come esclusivo luogo che fornisce servizi per la lettura, prestito, presentazione di autori, incontri culturali, ecc. Oggi occorre ripensare al ruolo di cui è investita all’interno di una comunità, ruolo definito da un senso più ampio del termine cultura, che si arricchisce di formazione, inclusione, creatività, opportunità, socializzazione, integrazione, scambio, parole alla moda, che cercano una consistente realizzazione pratica. Ecco, insisto, le biblioteche costituiscono l’ultimo baluardo, l’unico luogo che consente di dare un senso a questi termini, riconoscendo alla biblioteca un valore di significato più ampio.

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